Le mie recensioni

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Avete voglia di leggere qualche bel libro ma non sapete cosa pescare nella vostra libreria di fiducia?
Fatevi consigliare 💪, vi propongo qui i 5 libri finalisti del Premio Strega Europeo 2018.
Potrete inoltre conoscere gli autori di persona che interverranno, ognuno separatamente, al Salone Internazionale del Libro di Torino tra sabato 12 e domenica 13 maggio.
NB: La cerimonia di premiazione avrà luogo domenica 13 maggio alle ore 18.30 nella Sala Azzurra.

Ecco i libri nel dettaglio:

Fernando Aramburu,
Patria (Guanda),
tradotto da Bruno Arpaia
Premio Nacional de Narrativa 2017, Spagna

Cresciuti entrambi nello stesso paese vicino a San Sebastián, Txato e Joxian sono sempre stati legati da una profonda e sincera amicizia fatta di cose semplici come le serate in osteria e le domeniche in bicicletta. E anche le loro mogli, Bittori e Miren, sono state care amiche, così come i loro figli, tutti nati e cresciuti tra gli anni Settanta e Ottanta. Ma poi la violenza ha spezzato questo sereno equilibrio: Txato è stato ucciso in un attentato dell’Eta, e Bittori se n’è andata, non riuscendo più a vivere nel posto che l’aveva vista felice. Ma ora, in un piovoso pomeriggio dell’autunno 2011 Bittori è sulla tomba di Txato, per dirgli che ha deciso di tornare nel paese dove tutto è cominciato, per cercare una riconciliazione con il dolore del passato e cercare di capire che cosa sia accaduto davvero il giorno dell’omicidio… Parte da qui un romanzo corale che vede intrecciarsi le vite e i punti di vista di tanti personaggi, in un ritmo narrativo serrato che racconta l’amore e il dolore, l’odio e il perdono, l’amicizia e il tradimento con la forza della vera letteratura capace di intrecciare i grandi temi universali alle storie degli uomini e delle donne che fanno (e subiscono) la storia.

Olivier Guez,
La scomparsa di Josef Mengele (Neri Pozza),
tradotto da Margherita Botto
Prix Renaudot 2017, Francia

Buenos Aires, giugno 1949. Nella gigantesca sala della dogana argentina una discreta fetta di Europa in esilio attende di passare il controllo. Sono emigranti, trasandati o vestiti con eleganza, appena sbarcati dai bastimenti dopo una traversata di tre settimane. Tra loro, un uomo che tiene ben strette due valigie e squadra con cura la lunga fila di espatriati. Al doganiere l’uomo mostra un documento di viaggio della Croce Rossa internazionale: Helmut Gregor, altezza 1,74, occhi castano verdi, nato il 6 agosto 1911 a Termeno, o Tramin in tedesco, comune altoatesino, cittadino di nazionalità italiana, cattolico, professione meccanico. Il doganiere ispeziona i bagagli, poi si acciglia di fronte al contenuto della valigia più piccola: siringhe, quaderni di appunti e di schizzi anatomici, campioni di sangue, vetrini di cellule. Strano, per un meccanico. Chiama il medico di porto, che accorre prontamente. Il meccanico dice di essere un biologo dilettante e il medico, che ha voglia di andare a pranzo, fa cenno al doganiere che può lasciarlo passare. Così l’uomo raggiunge il suo santuario argentino, dove lo attendono anni lontanissimi dalla sua vita passata. L’uomo era, infatti, un ingegnere della razza. In una città proibita dall’acre odore di carni e capelli bruciati, circolava un tempo agghindato come un dandy: stivali, guanti, uniforme impeccabili, berretto leggermente inclinato. Con un cenno del frustino sanciva la sorte delle sue vittime, a sinistra la morte immediata, le camere a gas, a destra la morte lenta, i lavori forzati o il suo laboratorio, dove disponeva di uno zoo di bambini cavie per indagare i segreti della gemellarità, produrre superuomini e difendere la razza ariana. Scrupoloso alchimista dell’uomo nuovo, si aspettava, dopo la guerra, di avere una formidabile carriera e la riconoscenza del Reich vittorioso, poiché era… l’angelo della morte, il dottor Josef Mengele. Romanzo vincitore del prestigioso Prix Renaudot, La scomparsa di Josef Mengele si immerge fino in fondo nel cuore di tenebra del secolo trascorso. Tra vecchi nazisti, agenti del Mossad, dittatori da operetta e attori di un mondo corrotto dal fanatismo, dalla realpolitik e dal denaro – il coro che accompagna o protegge la fuga di Mengele – Guez mostra come la «luce nera» di «un uomo che non dovrebbe essere un uomo… si trasmette meglio nei romanzi che altrove» (Le Monde).

Lisa McInerney,
Peccati gloriosi (Bompiani),
tradotto da Marco Drago
Baileys Women’s Prize 2016, Irlanda

Cork. Ryan, quindici anni, orfano di madre, vive col padre alcolista e cinque fratelli ed è un genio del pianoforte. Maureen Phelan, cinquantanove anni, uccide a colpi di immagine sacra uno sconosciuto che si è intrufolato in casa e chiede al figlio Jimmy, diventato il boss della malavita locale mente lei si arrabattava per sopravvivere a Londra, di far sparire il cadavere. Il compito spetta tra gli altri a Tony, il padre di Ryan. L’ucciso, Robbie, è un ragazzo che ha spinto alla prostituzione la sua convivente, Georgie, di cui era innamorato. E Georgie chiede all’amica Tara, ex prostituta ora pusher, di aiutarla a trovare Robbie: a dare loro una mano sarà un altro pusher, Ryan. Una storia a cerchi concentrici, feroce e ironica nonostante lo sfondo drammatico, raccontata da una voce nuova, originale e decisa.

Auður Ava Ólafsdóttir,
Hotel Silence (Einaudi),
tradotto da Stefano Rosatti
Icelandic Literature Prize 2016, Islanda

Jónas ha quarantanove anni e un talento speciale per riparare le cose. La sua vita, però, non è facile da sistemare: ha appena divorziato, la sua ex moglie gli ha rivelato che la loro amatissima figlia in realtà non è sua, e sua madre è smarrita nelle nebbie della demenza. Tutti i suoi punti di riferimento sono svaniti all’improvviso e Jónas non sa piú chi è. Nemmeno il ritrovamento dei suoi diari di gioventú, pieni di appunti su formazioni nuvolose, corpi celesti e corpi di ragazze, lo aiuta: quel giovane che era oggi gli appare come un estraneo, tutta la sua esistenza una menzogna. Comincia a pensare al suicidio, studiando attentamente tutti i possibili sistemi e tutte le variabili, da uomo pratico qual è. Non vuole però che sia sua figlia a trovare il suo corpo, e decide di andare a morire all’estero. La scelta ricade su un paese appena uscito da una terribile guerra civile e ancora disseminato di edifici distrutti e mine antiuomo. Jónas prende una stanza nel remoto Hotel Silence, dove sbarca con un solo cambio di vestiti e la sua irrinunciabile cassetta degli attrezzi. Ma l’incontro con le persone del posto e le loro ferite, in particolare con i due giovanissimi gestori dell’albergo, un fratello e una sorella sopravvissuti alla distruzione, e con il silenzioso bambino di lei, fa slittare il suo progetto giorno dopo giorno…Auður Ólafsdóttir ha scritto il suo romanzo più bello, il più essenziale, tenero e ironico. Un libro che è un segno di pace, una stretta di mano laica che ci riavvicina a quanto di umano dentro di noi resiste agli orrori del mondo.

Lize Spit,
Si scioglie (E/O),
tradotto da David Santoro
Nederlandse Boekhandelsprijs 2017,Belgio

Nella minuscola cittadina di Bovenmeer, nelle Fiandre, è successo molti anni fa qualcosa di brutto. È nell’anniversario di una terribile perdita che Eva, ormai giovane insegnante a Bruxelles, carica nel portabagagli dell’auto un grande blocco di ghiaccio e decide di ritornare nel luogo della sua difficile infanzia per risolvere le cose, una volta per tutte. In questo romanzo passato e presente si intrecciano in una trama ricca e piena di suspense, che vede al centro le vicissitudini di Eva con la sua complicata famiglia – due genitori alcolisti, una sorellina molto sofferente – e con i suoi amici del cuore, Laurens, il figlio del macellaio, e Pim, il figlio del contadino. È proprio con questi ultimi, “i tre moschettieri”, che Eva cerca un’evasione dalle difficoltà della vita familiare, attraversando gli ultimi anni dell’infanzia per entrare nell’adolescenza con bravate, corse in bici, esplorazioni del mondo e, progressivamente, della sessualità. Ma Pim e Laurens forse non possono salvare Eva dalla solitudine, e l’amicizia comincia infatti a incrinarsi quando a scuola arriva la bellissima e spietata Elisa. Cosa spinge Eva a tornare a Bovenmeer? Qual è il tragico segreto di questa cittadina, in apparenza normale, e del cuore di Eva?

QUALCHE INFO SUL PREMIO STREGA EUROPEO:
Nato nel 2014 in occasione del semestre di presidenza italiana del Consiglio dell’UE, il riconoscimento vuole rendere omaggio alla cultura del vecchio continente e ai suoi legami con l’Italia.
Come si può leggere sul sito di riferimento, concorrono ad ottenere il premio cinque scrittori recentemente tradotti e pubblicati in Italia che hanno vinto nei Paesi di provenienza un importante riconoscimento nazionale: cinque voci rappresentative di tradizioni letterarie e aree linguistiche diverse e cinque modi di esplorare le latitudini possibili del romanzo contemporaneo.

Spero di avervi dato spunti interessanti! Che ne pensate?

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