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"In un buco nella terra viveva uno hobbit.
Non era un buco brutto, sudicio e umido, pieno di vermi e intriso di puzza, e nemmeno un buco spoglio, arido e secco, senza niente su cui sedersi né da mangiare: era un buco-hobbit, vale a dire comodo.
Aveva una porta perfettamente rotonda come un oblò, dipinta di verde, con un lucido pomello d'ottone proprio nel mezzo. La porta si apriva su un ingresso a forma di tubo, come un tunnel: un tunnel molto confortevole, senza fumo, con pareti foderate di legno e pavimento di piastrelle ricoperto di tappeti, fornito di sedie lucidate, e di un gran numero di attaccapanni per cappelli e cappotti: lo hobbit amava molto ricevere visite. Il tunnel si snodava, inoltrandosi profondamente anche se non in linea retta nel fianco della collina (o meglio la Collina, come era chiamata da tutta la gente per molte miglia all'intorno) e molte porticine rotonde si aprivano su di esso, prima da una parte e poi dall'altra. Niente piani superiori per lo hobbit: le camere da letto, i bagni, le cantine, le dispense (molto numerose), i guardaroba (c'erano camere intere destinate ai vestiti), le cucine, le sale da pranzo, erano tutte sullo stesso piano, anzi sullo stesso corridoio. Le camere migliori erano tutte sul lato sinistro (entrando), perché erano le sole ad avere finestre: finestre rotonde profondamente incassate che davano sul giardino e sui campi dietro di esso, lentamente degradanti verso il fiume."
(Lo Hobbit - J. R. R. Tolkien, 1937)

Accidenti, leggo queste parole e penso che sono passati quasi vent'anni da quando le vidi per la prima volta… non dico che prima non abbia letto nessun libro "per piacere" ma poco ci manca.
Ho letto Lo Hobbit quando in Italia spopolava il libro de Il Signore degli Anelli - avete presente l’edizione Rusconi con in copertina una veduta di campagna incorniciata da legnetti gialli?) ma mi scocciava leggerlo senza aver prima affrontato le avventure di Bilbo. Ci misi qualche tempo a decidermi (a quei tempi non ero un lettore molto forte) ma ricordo ancora le emozioni di quando Bilbo affronta i tre troll oppure quando vince la gara di indovinelli con Gollum! Che spettacolo la foresta e la Montagna Solitaria, ricordo di aver seguito passo passo i viaggiatori sulla piccola mappa nel libro e di averne anche tradotto le scritte.

Un libro fantastico che ho già consigliato parecchie volte nel corso degli anni. Oggi con la trilogia Hollywoodiana (mi stupisce sempre pensare a come abbiano fatto a tirare fuori 9 ore di film da un libro che conta neanche 350 pagine) non è più necessario, tutti ormai lo conoscono ma in quanti lo hanno letto? Forza: lo trovate ovunque, si legge veloce e vedrete che non ve ne pentirete!
Curiosità: Nella prima edizione, Gollum scommette volontariamente il suo anello magico nella gara di indovinelli. Durante la scrittura de Il Signore degli Anelli Tolkien vide la necessità di rivedere questo passaggio, in modo da inserire il nuovo concetto dell'Unico Anello e della sua forte presa su Gollum. Tolkien provò differenti versioni e decise che era necessaria una riscrittura de Lo Hobbit. Così inviò un capitolo di prova di questa riscrittura ("Indovinelli nell'oscurità") ai suoi editori. Inizialmente non ricevette nessuna risposta, ma quando gli furono inviate le bozze della nuova edizione scoprì con sua sorpresa che il nuovo capitolo era già stato incorporato a causa di un malinteso.

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