Le mie recensioni

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"Era una bella mattina di fine novembre. Nella notte aveva nevicato un poco, ma il terreno era coperto di un velo fresco non più alto di tre dita. Al buio, subito dopo laudi, avevamo ascoltato la messa in un villaggio a valle. Poi ci eravamo messi in viaggio verso le montagne, allo spuntar del sole.
Come ci inerpicavamo per il sentiero scosceso che si snodava intorno al monte, vidi l’abbazia. Non mi stupirono di essa le mura che la cingevano da ogni lato, simili ad altre che vidi in tutto il mondo cristiano, ma la mole di quello che poi appresi essere l'Edificio."
(Il nome della Rosa - Umberto Eco, 1980)

Sebbene questo sia solo il "3° incipit" del libro (quello del primo capitolo), è di sicuro quello che mi piace di più ricordare in quanto da l'idea di quello che poi sarà una delle opere più riuscite di Eco.
Il primo incipit si riferiva infatti ad un manoscritto che non è mai esistito e ad una ricerca che non è mai avvenuta mentre il secondo rappresenta il libro dentro al libro: prendendo spunto da una citazione biblica, introduce un frate che racconta alcuni eventi ai quali ha preso parte in gioventù...
Curiosità: lo stesso autore ha dichiarato che l'incipit del primo capitolo è un riferimento a "Era una notte buia e tempestosa", famosa per il frequente uso che ne fa Snoopy come incipit dei suoi numerosi racconti battuti a macchina.

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