(Il barone rampante - Italo Calvino, 1957)
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Il bassotto alzò il muso verso di lui, con lo sguardo dei cani quando non capiscono e non sanno che possono aver ragione a non capire.
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bellissima questa citazione. Adoro Calvino.
RispondiEliminaAnch'io lo adoro, riesce a raccontare come nessun'altro, un vero maestro
RispondiEliminaconcordo pienamente su calvino. ma il bassotto come si chiamava?:)
RispondiEliminavado a memoria Ottimo Massimo. Ma potrei sbagliare. :P
RispondiEliminaSi è vero!! eheh che nome assurdo :)
RispondiEliminaViene voglia di adottare un cane solo per poterlo chimare così :P
"D'allora in poi, quando si vedeva il ragazzo sugli alberi, s'era certi che guardando giù innanzi a lui, o appresso, si vedeva il bassotto Ottimo Massimo trotterellare pancia a terra. Gli aveva insegnato la cerca, la ferma, il riporto: i lavori di tutte le specie di cani da caccia, e non c'era bestia del bosco che non cacciassero insieme. Per riportargli la selvaggina, Ottimo Massimo rampava con due zampe sui tronchi più in su che poteva; Cosimo calava a prendere la lepre o la starna dalla sua bocca e gli faceva una carezza. Erano tutte là le loro confidenze, le loro feste. Ma continuo tra la terra e i rami correva dall'uno all'altro un dialogo, un'intelligenza, d'abbai monosillabi e di schiocchi di lingua e dita. Quella necessaria presenza che per il cane è l'uomo e per l'uomo è il cane, non li tradiva mai, né l'uno né l'altro; e per quanto diversi da tutti gli uomini e cani del mondo, potevan dirsi, come uomo e cane, felici."