GENERE: fantascienza, cyberpunk
E' il secondo capitolo della trilogia dedicata allo Spawl (preceduto da "Neuromancer" e conclusa con "Monna Lisa cyberpunk").
Il libro narra le vicende che accadono sette anni dopo gli eventi narrati in Neuromante: nella Matrice stanno succedendo cose strane come la proliferazione di entità simili a divinità vudù. Mentre due potenti multinazionali sono impegnate in una battaglia per il controllo di una nuova e potente tecnologia, i tre protagonisti vivono vite parallele che porteranno ad un finale unico e condiviso. Le tre storie principali sono quelle di Turner, un mercenario al soldo delle multinazionali; Marly, titolare di una piccola galleria d'arte a Parigi; Bobby, un hacker dilettante che ha un collasso cerebrale nel tentativo di entrare nel sistema informatico di una multinazionale con un software sconosciuto ed è riportato in vita da una misteriosa presenza del cyberspazio.
Pur essendo stato nominato al premio Nebula nel 1986 e al premio Hugo nell'anno seguente, questo secondo capitolo mi ha preso molto meno del precedente. Nonostante la maggiore famigliarità col linguaggio gergale adottato dall'autore fin dal primo capitolo, l'intreccio è convincente fino ad un certo punto e, tolta la grande novità di stile e contenuto proposta precedentemente da Neuromancer, qui rimane poco della poesia evoluzionistica e del mistero matriciale che era stato così ben proposto nel capitolo precedente.
Ciò nonostante sono curioso di sapere come sarà conclusa la trilogia.
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